Manicomio di Mombello
Storia e linguaggio manicomiale
Dati tecnici
Data di Costruzione: 1873
Superficie Totale: 324.096 mq.
Superficie Coperta: 42.988 mq.
Numero posti letto nel periodo di massima ricettività: Non accertato
Tipologia di manicomio: Padiglioni distanziati
Storia della struttura
Mi racconta di tutta la sua valenza storica: del matrimonio delle sorelle di Napoleone, Elisa e Paolina, fino ai resti del “Campo della Palma”, un campo dove era edificato il padiglione degli “agitati”, oggi demolito, che conserva ancora una parte del cancello tenuto in piedi come testimonianza della struttura passata, passando per Gaetano Perusini, importantissimo medico italiano per il suo contributo nella definizione dell’Alzheimer. La figura più importante del manicomio di Mombello è stato il prof. Giuseppe Antonini che ne fu direttore dal 1911 al 1931. Oltre alle sue idee di riassetto e di sviluppo per far fronte al problema del sovraffollamento, Antonini fu considerato un grande innovatore degli ambienti manicomiali grazie all’intruduzione dei tentativi di cura del paziente con l’ausilio della musica, dell’attività fisica e dell’arte. Si schierò, inoltre, contro chi considerava l’ergoterapia l’unica soluzione possibile per la riabilitazione dei degenti mettendo in luce che, grazie alla grande disponibilità di forza lavoro che le strutture manicomiale disponevano, questo trattamento era spesso usato per motivi economici, nonostante egli stesso la ritenesse importante per il paziente. L’immenso complesso di Mombello è stato definitivamente chiuso nel 1999 dopo essere stato riconvertito come previsto dalla 180 negli anni 90. Attualmente le strutture sono in buona parte riutilizzate per scuole e aziende agricole e vi è inoltre presente anche un campo da calcio.
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