Il progetto Persistenze è stato pubblicato sul sito Il lavoro culturale all’interno della sua sezione dedicata alla fotografia chiamata 400 ISO. Un ringraziamento in particolare a Silvia Jop e alla redazione di Il lavoro Culturale per questa pubblicazione che mi hanno offerto. Il lavoro Culturale nasce a Siena nell’ambiente universitario e si occupa condivisione e … Leggi tutto
Online l’aggiornamento del sito che include la suddivisione in schede delle strutture fotografate. L’unica struttura che ancora è in lavorazione è quella del manicomio di Vercelli. Qua la home del set aggiornato
Dopo il successo della prima edizione con 116 fotografi e oltre 400 foto inviate, ritorna il concorso fotografico dedicato all’Archeologia Industriale “ExArea”. Oltre all’aver allargato il raggio dei luoghi da fotografare, abbracciando l’essenza degli edifici abbandonati come soggetto da rappresentare e allontanandosi dalla matrice industriale che aveva caratterizzato la precedente edizione, ci sarà la possibilità … Leggi tutto
susi, artista toscana, ha deciso di iniziare una serie di quadri legati all’ambiente manicomiale, alla sua realtà.
Io ho prestato le mie foto per rendere possibile questo suo cammino artistico.
La prima foto ad essere trasformata in pittura è stata la sala con celle di contenzione del Manicomio di Maggiano, realizzata con olio e sabbia su tela.
L’Associazione Culturale Feudo Ron Alfrè di Aversana, Eboli, ha organizzato il primo concorso fotografico dedicato all’Archeologia Industriale.
La fotografia dell’Ex Ospedale Psichiatrico di Maggiano, qua visibile, ha ricevuto una menzione speciale da parte della giuria.
Qua i link del concorso con tutti i vincitori ExArea e qua la pagina dedica al concorso sul sito dell’AUDIS, Associazione Aree Urbane Dismesse.
Venerdì 8 Ottobre alle ore 17:00, presso il Palazzo San Niccolò, Via Roma, 56, al pianozero, sarà inaugurata la mostra “Interni della Mente”, mostra che fa parte del progetto “Memorie dalla città dei Folli” organizzata dal Centro Ricerche Etnoantropologiche C.R.E.A. Saranno esposte 8 fotografie del progetto “PERSISTENZE” e alcune opere dell’artista romano Andrea Sampaolo. La … Leggi tutto
Nel 1872 la Provincia di Parma collocò l’Ospedale psichiatrico provinciale in un’ala del palazzo Ducale di Colorno. I locali purtroppo non avevano una struttura adeguata per lo scopo a cui si era posto ed oggi quella carenza è il manifesto del degrado a cui venivano sottoposti i pazienti: all’epoca la struttura manicomiale di Colorno era adibita a “contenitore sociale”, venivano rinchiuse
le persone non in base alla patologia ma al livello di pericolosità sociale. A metà degli anni ‘60 Colorno fu investito dal movimento antipsichiatrico, movimento di denuncia verso le violenze effettuate al suo interno. Nel 1969 fu occupato da un gruppo di studenti della facoltà di Medicina di Parma con l’intento di manifestare contro le discriminazioni sociali fra i pazienti, la gerarchia nel suo interno e l’assenza di possibiltà di controllo da parte dei familiari. Nello stesso anno approdò a Colorno come direttore il Dott. Franco Basaglia che iniziò il processo di
deistutionalizzazione del manicomio. La struttura è stata definitivamente chiusa negli anni 90.
Inaugurato il 6 Dicembre del 1818, il manicomio di Siena “San Niccolò” è da considerarsi una struttura manicomiale fra le più vecchie della Toscana.
La parte architettonica dell’edificio sicuramente più particolare è il padiglione “Conolly”.
Questa area destinata ad accogliere i pazienti più gravi, i “clamorosi”, è un esempio di Panopticon, struttura di base circolare che dava la possibilità ad un unico sorvegliante di vigilare su tutti i pazienti.
Il manicomio “San Niccolò” è famoso anche grazie all’operato svolto dal direttore Carlo Livi, ruolo ricoperto dal 1858 al 1873, il quale dichiarò che il lavoro era uno strumento per il recupero delle persone malate di mente: il pensiero era quello di ridare ai pazienti la stessa professione che svolgevano prima del loro ricovero.
La maggior parte dei degenti lavorava nella colonia agricola e, per coloro che svolgevano un lavoro differente, fu creata una vera e propria “città” con strutture dove venivano svolti lavori di carattere artigianale.
Volterra, un piccolo gioiello che sorge sulle colline toscane, ospita nel suo verde il più grande complesso manicomiale toscano. L’aria era fresca. Pulita. Di quelle che si respirano sulle colline. Il suono dei rami secchi che si spezzavano sotto i nostri passi ci tenevano compagnia mentre ci dirigevamo a visitare il primo padiglione del manicomio, … Leggi tutto
Online il mio aggiornamento al sito, all’interno è stata caricata la sezione “Persistenze” con la raccolta delle foto del mio progetto fotografico relativo alle ex strutture manicomiale abbandonate in Italia. Le foto di ogni struttura simulano un percorso, le ho selezionate principalmente in ordine cronologico, in modo che possiate vedere le cose nell’ordine in cui … Leggi tutto