Ecco qua di seguito le domande che mi hanno fatto durante l’ultimo questionari.
Quest’anno ho deciso di rispondere sia con questo post che in video, che troverai in fondo a questa pagina.
Questo perché volevo offrirti due soluzioni e farti scegliere la migliore, la più pratica, per identificare e leggere la tua risposta.
Ma basta introduzione, direi di partire.
Would you consider a collaboration of some kind???
Absolutely yes. Assolutamente si, disponibilissimo ad ascoltare qualsiasi proposta di collaborazione.
È vero che non ti stancherai di cercare la storia e la verità di situazioni / ambienti / personaggi scomodi e /o dimenticati appartenuti anche a un tempo meno recente (?) Non conosco altri che facciano reportage sull’argomento come te
Me l’auguro anch’io di non stancarmi mai, te lo dico con il cuore. Immergermi in queste storie è qualcosa a cui non riuscirei a fare a meno adesso. Intanto ti posso dire che ci sono molte cose in programma per il prossimo anno e quindi, sicuramente, dovrai sopportarmi per un altro bel po’ di tempo. Grazie delle tue parole.
Sono rimasta molto colpita che nel decennio fascista sono state internate tantissime donne. Ecco sono molto interessata a queste donne che probabilmente volevano affermare la loro intelligenza.
Allora, per questa tua richiesta e curiosità ti consiglia assolutamente di recuperare questo libro: Malacarne di Annacarla Valeriano, un testo dedicato alle donne internate durante il periodo fascista.
Un libro di un’importanza storica inestimabile.
C è il modo di organizzare visite guidate dalle tue conoscenze nei vari luoghi di cui hai raccolto materiale?
Ci credi che questa è una domanda che mi hanno fatto un sacco di volte? Mi hanno richiesto molte volte di organizzare dei tour per visitare e far conoscere gli ex manicomi che ho visto, mi hanno detto che non ci sono molte alternative per questo genere di approfondimenti. Mi hanno sempre detto splendide parole ma io, francamente, non me la sono mai sentita.
Però voglio farti una promessa, chiunque tu sia, nel 2020 voglio provare ad organizzare un paio di tour per vedere la risposta.
Così proverò, sulla mia pelle, che effetto può produrre questo genere di cose, e magari ringraziarvi tutti per il suggerimento.
2020, promesso.
sei una persona curiosa?
Assolutamente si, sono molto. Incredibilmente curioso. La curiosità è un motore, a cui io sono infinitamente grato.
Tutto quello che fai è un modo per far sì che la gente comprenda quanta sofferenza c’è in queste persone che magari se si incontrano per strada è più facile scansare invece che fermarsi a parlare? Ciao grazie per questa possibilita’ che dai
Salvo dall’oblio del tempo storie che potrebbero andare perse e che sono in grado di farci vedere il mondo in una chiave diversa.
Perché chi entra in contatto con i racconti di queste realtà, ha il dovere di salvarli.
E quale modo migliore se non quello di raccontarli di nuovo?
cosa l’ha spinta ad occuparsi delle realtà dei manicomi in Italia? (a questa domanda ho aggiunto anche: “Quando e da dove è nato il tuo interesse per gli spazi abbandonati ma soprattutto per i manicomi?”, “Come Ti è venuta la voglia la passione di fare approfondimenti su manicomi e quant’altro ?” e “come ti è nata questa passione per i manicomi e le sue storie?”)
Ho fatto un video che si chiama Perché fotografare manicomi? dove racconto le mie motivazioni. Ma ti posso anticipare che farò un post (oppure una pagina) che si intitolerà “Chi è Giacomo Doni”: non sarà qualcosa di autoreferenziale ma sarà un buttare giù la maschera su tantissime cose legate a questa mia attività.
Antropologia e fotografia
Assolutamente si, si e ancora si. Antropologia è una materia che adoro e non finirò mai di ringraziare una mia carissima amica che mi incuriosì sull’argomento quando, parlando delle mie foto anni fa, mi disse che la mia era una ricerca antropologica.
Ti posso anticipare che a Gennaio 2020 farò una ricerca si Periferia e salute mentale, due argomenti a cui sono molto legato.
Se a conoscenza delle varie “zone” presenti a Mombello? Zone attuali non i reparti, è diviso in parti in base a chi le “frequenta”
Mah, così su due piedi ti dico di no, non conosco nessun altro tipo di classificazione a parte quello dei reparti.
Ti invito a scrivermi una mail e parlarmi meglio di questa suddivisione.
Con quale personaggio, lontanissimo da te come temi, collaboreresti?
Anne Leibovitz per respirare una fotografia diversa.
Ken Loach per respirare un modo di raccontare la società diversa.
Se potessi tornare indietro nel tempo dove vorresti andare per un solo giorno
Manicomio di Cogoleto. Perché è come se fosse casa. E quando devi raccontare “casa” hai sempre l’impressione di non aver catturato tutti i dettagli.
Sei felice?
Si. Sono felice. E sono grato per quello che ho: una compagna che mi supporta, un figlio meraviglioso, un tetto dove stare, computer, macchina fotografica, molti libri ancora da leggere e tanti lettori che vorrei salutare di persona uno per uno.
Sembrano cose banali, normali, ma non è così: il vero orrore è aver “normalizzato” le cose splendide, in modo da farcele perdere di vista. E questa è una cosa da non fare mai, per nessun motivo al mondo.
Ci sono ancora dei luoghi della memoria abbandonati e non rivalutati che ancora non hai visitato?
Si, ci sono ancora spazi manicomiali che non sono riuscito a vedere ma mi sto attivando per cercare di documentarli e raccogliere più storie possibili. Sono nel sud Italia e Isole. Spero a breve di iniziare a metterci le mani e la macchina fotografica sopra.
Qual è il luogo (qualsiasi luogo) più bello che tu abbia mai visto?
Domanda difficilissima perché ogni luogo a suo modo ha una bellezza unica.
Ma se proprio devo scegliere un luogo che non abbia una bellezza tipicamente estetica che mi porto dentro, mi viene in mente il paese di montagna di mia nonna.
Lei viveva in un paese non proprio bello, però aveva un ritmo di vita lentissimo che mi rimetteva al mondo.
Ricordo le persone a raccogliere verdura nei loro piccoli orti quando noi, in città, la verdura la vedevamo solo al supermercato.
Ricordo che per prendere l’acqua dovevamo fare un chilometro a piedi, con le brocche di vetro vuote, per andare dentro un bosco a cercare una fonte. Acqua freddissima e altamente diuretica.
Ricordo il silenzio accompagnato dall’infrangersi dell’acqua sui sassi del fiume vicino.
Un piccolo angolo di paradiso, a poco più di un’ora di macchina da casa dei miei genitori.
E penso che di borghi meravigliosi del genere il nostro paese sia pieno.
Quando vieni a Roma a fare una mostra sul tuo lavoro?
Spero con tutto il cuore presto ma, senza anticipare niente, a Dicembre e intorno a Marzo dovrei farci un salto.
Sarò senza mostra però potrebbe essere una bella occasione per salutarci.
Occhio quindi alla pagina Facebook per i dettagli.
Come prepari le tue ricerche …. mi piacerebbe conoscere il dietro le quinte del tuo lavoro .
Farò un post dedicato su questa cosa. Con il sito nuovo online scriverò anche post legati al mio modo di organizzarmi e anche dettagli tecnici del mio lavoro (si, hai letto bene, anche qualcosa che ha a che fare con la comunicazione visiva) e saranno raggruppati nella categoria “Dietro le quinte”.
Rapporto manicomio natura, vita all’ aperto, dove?
Domanda molto interessante e curiosa…ti premetto che cercherò qualcosa che riguarderà proprio la differenza di impatto nella vita manicomiale la presenza o meno del verde.
Quando ritorni al fuori di pizza?
Il Fuori di Pizza è un posto splendido, spero con tutto me stesso di tornarci presto.
Hai bisogno di un grafico?
No, ti ringrazio, al momento basto da solo 😉
Secondo te questo Paese puo’ ancora farcela?
Assolutamente si, io penso che faccia più rumore una singola notizia negativa rispetto a conto positive.
Le nuove generazioni sono fantastiche e io sono convinto che siamo ancora un grande Paese.
Vorrei capire quale è il motore che ti spinge ad occuparti delle questioni legate agli ospedali psichiatrici. Un interesse così profondo non è mai casuale.
Forse hai ragione, nella mia vita ci sono alcuni particolari interessanti che potrebbero aver influenzato la mia ricerca, a cui francamente io non ho dato mai i meriti: mia madre, quando mise al mondo mio fratello, ebbe un crollo nervoso e fu visitata a Ville Sbertoli, il manicomio di Pistoia. Mi ricordo che mia madre mi raccontò molte volte l’ambiente duro che vide.
Prima di vivere con la mia famiglia, abitavo in un piccolo paese in provincia di Firenze dove, esattamente dietro casa dei miei genitori, costruirono un RSA. Noi andavamo dentro quella struttura quando avevamo bisogno della guardia medica e, molti utenti, li trovavamo a spasso per il paese.
Il proposto della città dei miei genitori era il prete dell’ex OPG di Montelupo Fiorentino (che dovrei riuscire ad intervistare a breve).
Questi sono i dettagli, secondo te possono aver influenzato quello che poi ho scelto di raccontare?
Se fossero ancora aperti saresti in manicomio? Io forse si..e per cosa ti ci avrebbero messo???
Probabilmente si, forse perché: sono stato ipocondriaco, sono compulsivo e leggermente ansioso.
Ok, ho buttato giù la maschera.
È più un suggerimento… Forse più avanti nel tempo ma una ricerca sulla realtà Europea potrebbe approfondire e completare maggiormente il quadro italiano.
L’estero è un obiettivo importantissimo, e non nascondo di non averci mai pensato.
Ma al momento il mio spazio è l’Italia, devo in primis mettere in piedi qualcosa di strutturato qua e poi pensare a muovermi oltre i confini.
Non è una domanda ma vorrei aggiungere un punto. Nella domanda precedente avevo risposto “linea di abbigliamento” perché la trovo interessante e diversa. Ma mi piacerebbe anche leggere altre lettere non spedite. E una proposta: far fare degli oggetti proprio a chi, senza 180, oggi sarebbe al manicomio. Autistici, schizofrenici… un bel modo per buttare giù altri muri.
È una fantastica idea: l’anno scorso avevo studiato la possibilità di creare una piccola linea di maglie ma poi ho dovuto metterla da parte per dare priorità ad altre cose (il gioco in primis).
Ma quest’idea non deve essere messa da parte, assolutamente, deve essere ripresa in mano perché può a vere un impatto interessante. Bisognerà trovare tutti i tasselli in linea con una parola che per me è un mantra: coerenza.
Quello che avevo in mente era di far provenire disegno, tessuto e stampa da inclusione lavorativa; io poi da designer avrei “unito i puntini” per creare il tutto.
Quello che avevo in mente non era creare un prodotto, ma creare un storia.
E permettere a chiunque comprasse il prodotto di fare qualcosa di utile aiutando tutta la filiera. Qualcosa di veramente utile.
Grazie per questa domanda e per aver riaccese un fuoco dentro di me. Quello che mi hai scritto è straordinario e ti chiedo di uscire allo scoperto scrivendomi una mail in privato.
Hai mai pensato di parlare molto di più di te e di come ci si sente a non essere proprio “normali”?
Certo, come scritto sopra farò un post o pagina dedicata dal titolo “Chi è Giacomo Doni” dove inserirò tanti dettagli e informazioni.
P.S. Normalità è una parola che fa paura, Controcorrente per me rimane sempre la migliore direzione.
Un commento su “Questionario 2019 – Tutte le risposte”
Grazie per aver risposto e grazie per la tua disponibilità e sincerità, certe risposte hanno fatto scoprire molto di te e non solo quelle dove “butti giù la maschera”.
Ti rinnovo i miei più sinceri complimenti, hai una grande testa e una grande sensibilità. Ti seguo sempre volentieri e ogni volta mi arricchisco.
Non è una cosa così scontata credimi.
Un saluto