E’ appena passato un mese di questo 2015 e finalmente sono da poco ritornato online.
Come molti di voi sapranno a Ottobre mi sono trasferito nella mia nuova casa e siamo riusciti ad avere internet solo a fine Gennaio. Quindi mi sembra obbligatorio iniziare il nuovo anno con il classico post di report dell’anno appena passato.
Premetto che era difficile superarsi. Il 2013 ha surclassato il 2012 in un modo molto deciso ed era difficile ripetersi. Queste le statistiche del 2013
Il 2013. L’anno di Pillole di silenzio, del restyling, dell’entrata nel mondo social. Diffondere il messaggio. Il modo migliore per tener vivo un ricordo è quello di diffonderlo il più possibile. Farlo vivere in più teste possibile.
[Tweet “Il modo migliore per tener vivo un ricordo è quello di diffonderlo il più possibile.”]
E poi passiamo al 2014.
Non sono il tipo che si sofferma solo sui numeri. Quello che cerco di fare è diffondere il messaggio. Tenere vivi i ricordi. Trasmettere emozioni. Per me sono molto più importanti queste cose che vedere un numero che aumenta.
Ed è successo. Era difficile superarsi ma ce l’abbiamo fatta. Il 2014. L’anno della riscoperta del manicomio di Voghera, l’anno dove ho ricevuto una menzione speciale nella mostra il Trauma. Un anno di ricerche e foto. Un anno anche difficile, dove mi sono scontrato con la dura realtà del tempo.
Si, quello che cura tutti i mali e che cancelli i resti dei manicomi. Che cura tutti i mali, infatti.
Viaggi per cercare di immortale luoghi ancora non visti e ti trovi di fronte a qualcosa che non c’è più. Quella sensazione di essere arrivato troppo tardi.
Quella sensazione di non aver niente da raccontare. Ma allo stesso tempo la voglia di parlare con voi.
Il mio meraviglioso pubblico. Quello che non smetterò mai di ringraziare. Occhi silenziosi che mi tengono compagnia, che tengono tutto il mio progetto in piedi. Occhi che mantengono in vita storie, emozioni, amori e sofferenze.
Occhi pazienti che aspettano nuovi racconti di questi luoghi. Che a volte non sono semplici da scrivere.
Per paura. Per rabbia. Perchè a volte il nostro peggior nemico siamo proprio noi stessi. Con i nostri timori. O con la nostra paura di sbagliare.
[Tweet “Perchè a volte il nostro peggior nemico siamo proprio noi stessi.”]
Poi pensiamo a quanto sia drammatico non sbagliare. A quanto sia orribile un mondo senza errori: non cadere mai quando si inizia a camminare, avere tutte le parole pronte di fronte agli occhi della tua ragazza al primo appuntamento, avere nessuna fotografia fuori fuoco. Si può mai migliorare senza sbagliare?
Per me no. Assolutamente no. Ho cominciato a scrivere su questo blog nel 2013, dopo errori e titubanze, ed ora posso dire quanto sia grato a questi errori perchè mi hanno permesso di migliorare, di crescere.
Di quanto sia terribile “non tentare” per “non sbagliare”. Perchè l’errore, in silenzio, ci indica sempre la strada giusta da seguire. Passo dopo passo. L’errore ci mette in evidenza quello che non dobbiamo più fare. E indubbiamente ci aiutano. Forse più di qualsiasi altra cosa.
[Tweet ” Perchè l’errore, in silenzio, ci indica sempre la strada giusta da seguire”]
Un blog importante che seguo spiega che bisogna avere un WHY quando si scrive. (colgo l’occasione di salutare l’autore Dario Vignali.) Il mio WHY? Diventare un punto di riferimento nella storia manicomiale italiana.
Troppo grande? Troppo ambizioso? No. Se stiamo tutti insieme no.
Perchè siete voi il vero motore. Siete voi che mi date l’energia. Il coraggio. Siete voi che tenete viva la memoria.
E di questo non smetterò mai di ringraziarvi.
Buon anno di cuore ragazzi, anche se è già Febbraio.
Un abbraccio.